Turismo e Servizi - Cenni storici
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- Ultima modifica il Mercoledì, 13 Novembre 2013 17:51
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Nel 1800 nel luogo di San Pietro il numero degli abitanti risaliva a 174, nel 1826 erano cresciuti a 507, nel 1859 si notarono 448,e si distinguevano in maggiori di anni 20, maschi 116, femmine 126 e minori maschi 100, e minori femmine 106: distribuiti in famiglie 97.
Villa San Pietro centro di origine romana, in periodo giudicale appartenne alla curadoria di Nora nel Regno di Calari. Terminato questo stato diventò un possedimento signorile dei pisani.
Dal 1324 fu un paese del Regno catalano aragonese di Sardegna, dato in feudo agli stessi Gherardesca gherardiani.
Morto in disgrazia lultimo feudatatario Gherardo il Giovane, nel 1355, per non aver saputo difendere adeguatamente il territorio durante il primo attacco del 1353-54 di Mariano IV di Arborea.
A causa della guerra fra il Regno di Sardegna e il Regno di Arborea questultimo, conquistò tutto il Cagliaritano, e Nora riprese di fatto la fisionomia giudicale arborese mantenendola fino ai 1409. Ma era in pratica abbandonato dalla popolazione.
Tornato a far parte del Regno di Sardegna, il villaggio, ormai spopolato, fu concesso ai Carròs.
Nel 1511, morta l'ultima erede dei Carròs, tutto il feudo passò ai Centelles i quali, nel corso del XVII secolo, ne promossero il ripopolamento.
Nel 1805 il feudo passò ai Borgia duchi Gandìa; quindi, nel 1726, dopo una lunga lite giudiziaria, ai Català.
Nel 1805 il feudo passò agli Osorio de la Cueva, dai quali fu riscattato il 14 dicembre 1839, quando divenne comune autonomo con il nome di San Pietro Pula.
La sua chiesa storica costruita in stile romanico nel XIII secolo, è intitolata a San Pietro. Nei documenti dell'ottocento sono inoltre ricordate le chiese di Nostra Signora del Carmelo, Santa Lucia, Ascensione del Signore e Nostra Signora delle grazie, appartenenti all'Archidiocesi di Cagliari.
UNO SGUARDO AL PASSATO.
Tra i piccoli comuni dell'isola è quello che detiene un singolare primato:negli ultimi 50 anni il numero dei suoi abitanti è sempre cresciuto.Mai una crisi, una fuga. Dal 1971 i residenti sono passati da poco piu' di 600 agli attuali 2061 (al 13/11/2013).
Il paese si è sviluppato lungo la statale sulcitana, quasi cercando uno sbocco verso il mare, distante appena tre chilometri. Villa San Pietro non ha, però, neppure un metro quadrato di litorale. ''Ha rinunciato a tutto, pur di avere l' autonomia'' dicono gli anziani in paese. Frazione di Pula dal 1927, quando il fascismo abolì i piccoli comuni, il centro ha riacquistato l' autonomia amministrativa nel '48.
L' anno successivo la decisione ''storica'' da parte del commissario prefettizio che ha cancellato i segni della dipendenza da Pula anche nel nome: non più San Pietro Pula ma Villa San Pietro.Quella delibera, datata 28 Giugno 1949, è custodita gelosamente negli uffici comunali e mostrata con orgoglio.Si legge che la popolazione ha più volte espresso il desiderio perchè al comune sia ridata l'antica denominazione di ''Villa San Pietro'' quale risultava nei censimenti del 1728 e del 1751 e fino alla promulgazione dell'Editto del 1807 sulla istituzione della prefettura e che '' il villaggio di San Pietro da tempo remoto ha sempre avuto una economia a sè stante e del tutto indipendente da quella di Pula, pertanto, un ulteriore riferimento a Pula all' attuale denominazione del comune si appalesa ingiustificato e inopportuno''.
Un atto dovuto, dunque, all' autonomia di un centro antico, sviluppatosi a forma circolare attorno alla chiesetta del tredicesimo secolo:una bella facciata in stile romanico ed un interno povero, la Chiesa di San Pietro ha subito, nell'ultimo periodo, un accurato restauro che l'ha riportata alle sue antiche origini.Considerato da sempre come sobborgo di Pula, il territorio stato popolato fin dal periodo nuragico e poi romano, ma dell'abitato di San Pietro si cominciò ad avere notizie solo intorno al Mille, quando entrò a far parte della Curatoria di Nora e successivamente della Curatoria di Capoterra, nel giudicato di Cagliari.Da allora ''il luogo -scrive l'Angius, nel Dizionario del Casalis - conservò sempre un certo numero di famiglie pastorali e agricole, anche quando Pula restò deserta per timore delle continue invasioni di barbari'' ed aggiunge che i suoi abitanti ''aprofittavano della fertilità del suolo e della abbondanza dei pascoli e facevano guadagno sulla legna che tagliavano e vendevano a Cagliari''.
L'importanza economica che l'attività agro-pastorale ha rivestito anche negli anni successivi è ben attestata dal recente stemma comunale che propone, su sfondo azzurro, l'ulivo, l'uva e gli agrumi; l'allevamento è rappresentato da una pecora, mentre una grande quercia ricorda il vicino bosco che si estende fino ai confini di Punta Sebera.